Nuvolari contro i Tedeschi

Posted on Feb 2, 2019

Gran Premio Germania 1935 - Nuvolari contro tutti

Quando corre Nuvolari | Quando passa Nuvolari

Eifel, Circuito del Nurburgring, 28 Luglio 1935. Si corre il Gran Premio di Germania.

La falsa estate tedesca è nel pieno del suo svolgimento, con un cielo più che mai grigio. I preparativi sono ormai terminati. Le colline intorno al circuito cominciano a riempirsi di spettatori: più di 300 mila. Tedeschi venuti ad assistere al trionfo. La Germania, sotto l’attento sguardo di Hitler,è pronta a raccogliere una vittoria sicura. Schiacciante.

Le Frecce d’Argento guidate da Caracciola, Fagioli, Lang, Von Brauchitsch e Geiger, insieme alle Auto Union dell’Ingegner Porsche, guidate da Stuck, Varzi, Rosemeyer e Pietsch, sono più moderne, performanti ma soprattutto più veloci. 8 e 16 cilindri capaci di sprigionare 500 cavalli. “Le Auto del Führer sono il futuro, l’Alfa Romeo rappresenta solo il passato” le parole del grande capo della Mercedes: Neubauer. E in effetti Alfa Romeo si presenta con l’ormai vecchia P.3: una vettura datata e meno potente rispetto alla controparte tedesca. 8 cilindri e 225 cavalli. Meno della metà di quelli degli avversari. Pochi per sperare di vincere.

Mancano pochi minuti alla partenza. I piloti sono ormai tutti nelle vetture, pronti ad affrontare le 174 curve del maledetto circuito tedesco. Tutti tranne uno. Un ormai quarantenne Tazio Nuvolari. La vecchia gloria, il passato agli occhi dei tedeschi. Quando arriva sul tracciato indossa la classica Polo Gialla con le iniziali - T.Z. -, i pantaloni azzurri, il nastro tricolore al collo e il portafortuna regalatogli da Gabriele D’Annunzio: una tartaruga d’oro. Una tartaruga per l’uomo più veloce del mondo. Sedutosi nell’abitacolo della sua P.3 osserva la linea del traguardo. Una bandiera italiana, ormai sbiadita, sventola timidamente. “Trovate un nuovo tricolore. Oggi vinco io.” Le parole di Nivola.

La gara inizia. L’Inferno verde si accende. I tedeschi fanno il ritmo. Le Frecce d’Argento sfrecciano fra i pini e le croci piantate lungo le curve dell’antico circuito. Von Brauchitsch al comando. Giro dopo giro il favorito del Führer pregusta la vittoria. Dietro di loro, però, una furia Rossa, un lampo, spezza il grigiore tedesco. L’Alfa Romeo P.3 di Nivola non cede il passo. Il Mantovano Volante resiste al ritmo forsennato degli alfieri tedeschi. Tecnica, velocità e intuizione. Passano i giri e fra incidenti e sorpassi Nuvolari è secondo. Arriva il momento delle soste ai box, e poco prima di rientrare Nivola riesce ad ottenere la prima posizione. Siamo al decimo giro. Manca ancora tanto, troppo. Il giro seguente è il turno del pit stop di Nuvolari. La sosta è un disastro. Da primo passa a sesto. Furioso rientra in pista. Passa Stuck al giro 13. Poi Fagioli in quello seguente. È quarto. Ci avviciniamo alla fine, i giri passano e Nivola supera prima Rosemayer poi Caracciola. Adesso è secondo. Ma manca un solo giro. Giro 22. Von Brauchitsch comanda la gara. L’Alfa Rossa di Nuvolari è dietro. Vicina. Molto vicina. Curva dopo curva la pressione per la Freccia d’Argento aumenta. Il motore tuona, le gomme ormai sulle tele stridono. D’un tratto un colpo. Una gomma dell’auto tedesca cede. Un silenzio totale si impossessa delle tribune del circuito. Nivola torna al comando. Adesso solo il suono della sua Alfa Romeo riecheggia nell’aria.

Nivola, il quarantenne italiano, che rappresentava solo il passato sfreccia sul rettilineo del traguardo, vincendo il Gran Premio di Germania del 1935 sotto gli occhi di un cupo Hitler. Coraggio, tenacia e talento hanno trionfato. Regalando alla storia del Motorsport una leggenda senza tempo.

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