GP Canada - Le regole

Posted on Jun 10, 2019

Sono arrabbiato. Tanto. E anche molto deluso e dispiaciuto. La gara era nostra, vinta da Vettel in pista in un weekend perfetto: una qualifica sontuosa e una gara tiratissima e che il tedesco ha condotto nonostante una Mercedes più veloce dietro gli scarichi per tutto il Gran Premio.

Rabbia

Sono arrabbiato, sì. Ma non perché credo ai complotti. No, la Mercedes non è implicata in chissà quali giochi di potere, né la Ferrari è una squadra di fessi. Sono arrabbiato perché è stato sovvertito il verdetto della pista da un trio di burocrati.

Toto Wolf, giustamente, a fine gara ha elogiato l’operato dei direttori di gara, parlando di rispetto delle regole. C’è una regola e va rispettata, queste le sue esatte parole.

E questo è stato fatto da tre giudici. In maniera anche giusta, se guardiamo il regolamento.

Ma la verità è che sì, le regole vanno rispettate. Ma l’applicazioe di queste non può prescindere da un’analisi contingente. Insomma, non si può non valutare quanto succede in pista e limitarsi ad applicare letteralmente le regole.

Vettel, dopo aver sbandato, cerca di riportare la macchina in pista. In quel momento, lui aveva poche scelte: o andare contro il muro, o cercare di riportare la SF90 in pista, facendo meno danni possibili.

E proprio questo è ciò che Seb ha fatto. Non c’è cattiveria, non c’è intenzionalità e soprattutto non c’è pericolo nella sua manovra. E non bisogna essere esperti giudici o piloti per capirlo.

Delusione

Sono deluso, perché in un Mondiale in cui le gare hanno poco da raccontare, grazie ad una Mercedes fortissima, rovinare una gara così emozionante con una decisione del genere non vuol dire essere contro la Ferrari. No, vuol dire essere contro la F1 in generale. La F1 dei piloti e delle emozioni in pista. Ed essere contro i tifosi, contro di noi che ogni domenica di gara stiamo incollati alla TV sperando nella vittoria dei nostri preferiti e nello spettacolo che solo la Formula 1 sa regalare.

E i fischi a fine gara, in questo senso, sono molto più eloquenti di qualsiasi discorso.

Così no

Sono dispiaciuto, poi. E lo sono del comportamento di Hamilton. Uno che durante le intervista aveva parlato di una Formula Uno snaturata, di tornare al cambio manuale e alle gare più vere. Lo stesso che, però, corre subito in radio a reclamare penalità per un pilota che evidentemente non aveva avuto nessuna intenzione nociva.

Lo stesso Hamilton, che a fine gara, resosi conto di non aver vinto davvero, cerca di pararselo chiamando Sebastian sul gradino più alto del podio. Con un giochino davvero di basso livello per un Campione del suo calibro.

Al termine di questo Weekend ne usciamo con una Ferrari nuovamente sconfitta sulla carta ma vera vincitrice, sul campo, della gara. E con una Federazione che, probabilmente, pagherà a livello di appeal il comportamento dei suoi giudici.

Era una grande occasione, andava sfruttata e l’abbiamo fatto. Adesso prepariamoci ad altre gare noiose vinte si spera, senza mezzucci.

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