Game of Thrones - 8x06

Posted on May 21, 2019

La fine

Dopo tanti anni, non ricordo nemmeno più quanti, Game of Thrones - Il Trono di Spade - è giunto alla fine. È un happy ending o un sad ending? Per citare Marge Simpson: it’s an end. That’s enough.

E in effetti è così. Non saprei dire se è un bel finale o un brutto finale, abbiamo raggiunto una conclusione e va bene così. Poi, se devo essere sincero, a me è anche piaciuto. Così come mi è piaciuta la stagione e mi è piaciuta l’intera serie. Ma più che altro, l’ho trovato in linea con la serie. Non un finale a caso, ecco.

Nonostante questo, comunque, leggo ovunque un sacco di critiche che si attaccano ai temi più disparati. C’è chi parla di errori di sceneggiatura, chi di personaggi rovinati. E chi, addirittura, millanta non si sa bene quali problemi di scrittura che però sono stati messi in scena bene. Che secondo me è un modo per criticare perché lo fanno tutti ma senza sapere il motivo preciso.

Come ho già detto qui, non mi trovo d’accordo con le critiche e penso che siano nate da una mancata comprensione generale dello show e delle sue caratteristiche. Insomma, lo ha visto tanta gente, perché è diventato un fenomeno mondiale, ma senza capirci nulla.

E adesso che è tutto finito sono ancora più convinto di quello che pensavo. Però partiamo dalla cosa più importante: chi ci è andato sul Trono? Chi ha vinto il Game of Thrones?

Bran lo Spezzato

Sul Trono, che non è più quello di Spade, ci va Bran. Outta nowhere, mi viene da dire. Perché di primo acchito, chi si sarebbe mai aspettato Bran a regnare sui 7, pardon 6, Regni?

Bran non piace a nessuno, parliamoci chiaro. La scelta, però, non è casuale ed è motivata in maniera perfetta da Tyrion. Non mi metto qui a raccontare l’intera puntata perché dovete vederla, ma, in breve: Dany viene uccisa da Jon in quanto ormai affetta da un delirio di onnipotenza. Dopo di che i capi di Westeros rimasti, fra cui troviamo i tre Stark, il ciuccia latte Arryn, altri non meglio identificati figuri, Brienne, Davos e Sam, si riuniscono per decidere il nuovo Re. O regina.

Dopo un tentativo di avvio di democrazia da parte di Sam, deriso come il più classico dei professoroni di sinistra- a buon intenditor -, salta fuori Tyrion, finito in catene e sotto processo per aver tradito Dany, che propone Bran come Re. E per quale motivo? Perché Bran ha una storia.

Le persone vogliono una storia a cui credere, prima che una persona. E Bran ha queste caratteristiche. È sopravvissuto all’attacco di Jaime, che da buon Kingslayer ha cercato di uccidere il Re prima ancora che lo diventasse. Ha vissuto come storpio fra il nord e le zone oltre la barriera diventando il Three Eyed Raven, e ha aiutato a sconfiggere il Night King. In più è in qualche modo distaccato dalle cose più terrene, ed è a suo modo pacifico. Ah, in più, non può avere figli, avviando una stirpe, se così si può chiamare, di Re eletti.

Insomma, meglio di così non si poteva trovare. E credo che abbia ragione Tyrion, che ha aspettato la fine della serie per tornare a dire cose sensate. Naturalmente questo ha scatenato un sacco di polemiche perché Bran non è, come ho già detto, il più simpatico e carismatico. Sicuramente molti si immaginavano uno fra Jon, Arya o perché no Sansa.

Quello che queste persone non hanno notato, acciecati dalla voglia di criticare le scelte degli sceneggiatori sui social, è che ognuno di questi personaggi, ognuno dei protagonisti, ha finito la storia esattamente come e dove doveva finirla.

Jon Snow

Jon Snow, come il più grande degli eroi tragici, dopo aver vissuto una vita come il bastardo di un nobile, scopre di essere molto di più. Prima ancora di essere un Targaryen, si scopre grande condottiero sulla Barriera e oltre la Barriera. Si innamora di una donna, in un amore impossibile che finirà con la morte di lei e di lui stesso, ucciso dai suoi confratelli.

Viene riportato in vita con l’obiettivo di riunire un esercito per combattere un male più grande: i White Walkers. Obiettivo che riesce a raggiungere, salvando l’umanità. Tutto bene, se non che scopre di essere lui il legittimo erede al Trono. Trono che nel frattempo ha portato alla follia la seconda donna della sua vita: Daenerys. Che lui stesso dovrà uccidere per salvare ancora il mondo. Un altro amore tragico e impossibile che lo lascerà con l’unica opzione di abbandonare tutto e tutti per tornare nei Guardiani della Notte.

Insomma in tutto quello che ha fatto, Jon è sempre stato seguito da un discreto carico di sfiga, dunque per quale motivo adesso, alla fine della fiera, dovrebbe essere diverso? Jon si è sempre fatto carico di scelte importanti, che nessuno poteva prendere. Dolorose, certo, ma fondamentali. Questo lo ha portato a rinunciare a tutto, a partire da sé stesso: non può essere Stark, ma non vuole essere nemmeno Targaryen. Una situazione che non lo rende adatto al Trono, a meno di snaturare - per davvero - il personaggio.

Nell’ultima scena Jon prosegue il suo percorso, la sua vita, oltre la Barriera. In compagnia di quegli uomini, i Bruti, fra cui aveva trovato il suo primo vero amore e la felicità. Una scena che, fra l’altro, riprende esattamente la primissima scena di tutta la serie.

A quelli che si lamentano, quindi, chiedo: davvero avete pensato a qualcosa di migliore? Siete fenomenali.

Arya Stark

Passiamo ad Arya, un’altra le cui scelte finali sono state criticate.

Allora, Arya la vediamo per la prima volta da piccola alle prese con lavori da donna tutto meno che a suo agio. Lei, infatti, vuole essere un cavaliere, vuole combattere ed essere come il padre Ned.

Prima di cominciare quel percorso che la porterà ad essere l’Arya che conosciamo oggi, in tutte le situazioni non la vediamo mai veramente a suo agio. Come se non si sentisse a casa da nessuna parte. E pur non volendo lasciarsi alle spalle le sue origini ed il suo nome, qualsiasi luogo visiti non sembra altro che una meta di passaggio verso la realizzazione del suo piano ultimo: uccidere tutte le persone che hanno fatto male a lei o alla sua famiglia. Piano che alla fine della serie avrà compiuto.

Dopo averlo fatto, e dopo aver sconfitto anche il Night King, cos’altro poteva chiedere a Westeros? Non può e non vuole diventare Regina di Winterfell, non vuole rimanere con il fratello adesso Re dei 6 regni. Non vuole nemmeno sposarsi con Gendry, perché non si sente una lady. Quindi cosa potrebbe fare se non andare via?

Ed ecco, infatti, che salpa, un po’ alla Cristoforo Colombo, verso i confini del mondo. Una scelta anche in questo caso coerente con il personaggio a mio modo di vedere.

Naturalmente, però, il web è pieno di sceneggiatori e anche in questo caso pare ci siano persone capaci di pensare a qualcosa di meglio. Beh, complimenti, che posso dire.

Sansa Stark

Adesso arriviamo all’ultimo dei tre protagonisti che ho voluto analizzare. La Regina di Winterfell: Sansa Stark.

Anche qui siamo di fronte ad un personaggio che nel corso della serie si è evoluto moltissimo. Trasformandosi da una ragazzina a dir poco odiosa in una cazzutissima versione 2.0 di Catelyn e Ned Stark.

Nelle ultime scene della serie, quando Bran viene nominato Re, vediamo Sansa chiedere, anche un po’ come se nulla fosse, di lasciare il Nord libero. Diventando, quindi, Queen in the North.

Sansa, come dice lei stessa parlando con il Mastino, è passata dall’essere un uccellino, ad essere una donna. Ha protetto il Nord, il suo Nord, dagli attacchi dei nemici: sia morti che vivi. Ha capito, forse prima di tutti, le vere intenzioni di Daenerys, spargendole ai quattro venti, col solo scopo di far cessare la guerra.

Una volta finito tutto non può diventare Regina dei 7 Regni, perché questo significherebbe lasciare il Nord. E decide, quindi, di tornare a casa sua. Da regina.

Un finale coerente e anche molto emozionante che si conclude con la scena della sua incoronazione.

Inutile dire che anche in questo caso qualcuno aveva immaginato una conclusione migliore. Quentin is that you?

Daenerys Targaryen

Fermi tutti, stavo dimenticando lei: Khaleesi, Mother of Dragons, etc. etc.

Di lei e della sua follia, in realtà, ho parlato in maniera più approfondita qui. Ma comunque, riprendo il discorso adesso che la sua storia si è conclusa.

Nel corso della sua vita, tutta la sua vita, l’unico obiettivo di Dany è stato il Trono. Sempre e solo quello, mascherato da voglia di rivalsa, vendetta e un pizzico di giustizia sommaria verso l’umanità.

E in questo senso, il Trono mi ha ricordato un’altro oggetto che tutti conosciamo: l’Anello del potere. Come nel Signore degli Anelli tutti vogliono l’Anello, in Game of Thrones tutti vogliono il Trono di Spade. E in entrambi i casi il fine è regnare incontrastati e avere il potere.

Tutti quelli che inseguono il Trono, uno dopo l’altro, si trovano a fare cose indicibili per averlo e dopo di che finiscono ammazzati. Ci siamo dimenticati di Stannis? Ecco, io no. Dany in questo senso non fa eccezione, e mi ricorda - ma forse vado un po’ oltre - un altro personaggio del Signore degli Anelli, che ha passato tutta la vita a cercare quell’oggetto, finendo poi per essere consumato e distrutto da lui stesso. Sì, proprio lui: Gollum.

Come Gollum, Dany voleva solo avere il Trono, perdendo prima il senno e poi la vita.

Tutto torna, tutto coerente, considerando il fatto che gli indizi sulla follia di Dany sono stati moltissimi lungo tutta la serie. A partire dalla scena, ripresa proprio in questa ultima puntata, della sala del Trono ricoperta di (neve) cenere della stagione due.

L’ha capito anche il Drago, dai…

Spin-offs

Insomma, per tirare le somme, dopo tutte queste puntate, per me Game of Thrones resta una bella serie e una bella storia. Non priva di difetti, sia chiaro, ma comunque emozionante e sopratutto diversa da tutte le altre serie tv.

Il vuoto che lascia è importante, critiche a parte, come successo per Lost, Dexter e i Soprano. Ma sono fiducioso per il futuro.

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